ABBUFFATORI SI NASCE O SI DIVENTA? Storia d’attaccamento

Spesso le relazioni parentali dei soggetti affetti da Binge Eating Disorder – BED sono caratterizzate da attaccamenti insicuri con madri centrate sul potere e invischianti, caratterizzate dall’utilizzare sin dai primi anni di vita il cibo come risposta polifunzionale per soddisfare ogni bisogno; qualsiasi disagio viene “sommerso” dall’offerta di cibo.

I primi studi sugli stili familiari dei Binge Eating Disorder – BED risalgono al 1998,  Hodges, Cochrane e Brewerton (1998) confrontarono 43 abbuffatori con 88 soggetti affetti da altri disturbi dell’alimentazione utilizzando la Family Environmental Scale, un questionario sulla percezione da parte del paziente della sua situazione familiare. I binge eaters ottennero punteggi minori per quanto riguarda: coesione familiare, emotività espressa, divertimento attivo, indipendenza personale. Viceversa riportarono più alti livelli di conflittualità, controllo interfamiliare.

Anche Faiburn e collaboratori nello stesso anno evidenziano l’importanza del ruolo parentale nello sviluppo del BED e descrissero nelle loro famiglie un elevato livello di criticismo focalizzato principalmente sul peso, aspetto fisico e alimentazione. Le madri, se da un lato si dimostravano in questo studio iperprotettive, dall’altro avevano scarsa fiducia nei confronti dei loro figli, apparivano più preoccupate di proteggerli da pericoli ipotetici che tese a occuparsi veramente di loro. Manifestavano, infatti, nei loro riguardi scarsa affettività, basso contatto e scarso coinvolgimento, salvo poi avere alte aspettative sulle loro prestazioni.

Sempre nel 1998 Gendall e collaboratori misero in luce che soggetti abbuffatori lamentavano frequentemente scarse cure parentali, ma il suo studio comprendeva anche pazienti bulimiche.

Altre ricerche evidenziano tra i BED la tendenza ad avvertire i genitori, in particolare il padre, come rifiutanti, mentre in un recente studio su 116 soggetti l’82% dei BED hanno riferito maltrattamenti infantili al Childhood Trauma Questionnaire.

Gli autori del volume sottolineano come spesso le relazioni parentali dei soggetti affetti da BED sono caratterizzate da attaccamenti insicuri con madri centrate sul potere e invischianti, caratterizzate dall’utilizzare sin dai primi anni di vita il cibo come risposta polifunzionale per soddisfare ogni bisogno; qualsiasi disagio viene “sommerso” dall’offerta di cibo.

Una madre insicura di fronte a un bambino che bimbo che piange può trovare nell’offerta di cibo un modo semplice per calmarlo, risolvendo velocemente la situazione per lei ansiogena. In questo modo però la comunicazione col figlio si interrompe e lei non impara a riconoscere i veri bisogni o disagi che stanno dietro quel pianto. Continuerà quindi a sentirsi inadeguata di fronte a situazioni analoghe e tenderà a perpetuare il comportamento. Per il figlio stesso il cibo diventa così la risposta polifunzionale che non tiene conto dei suoi veri bisogni: il rischio è quello di convincersi che solo il cibo possa attenuare ogni malessere.

L’attaccamento ansioso pare infine giocare un ruolo nell’insorgenza dell’alessitimia spesso presente nei BED. Tra i soggetti con attaccamento insicuro quelli con attaccamento ansioso presentano livelli più alti di alessitimia (73%) rispetto a quelli con attaccamento evitante (36%). L’inabilità a percepire emozioni potrebbe essere la conseguenza dell’incapacità a gestire l’ansia di un legame insicuro con le figura di attaccamento. Questa condizione patologica sembra essere particolarmente  importante nell’origine e nel mantenimento delle abbuffate.

ABBUFFATORI SI NASCE O SI DIVENTA?
Storia d’attaccamento
Contenuto in: QUANDO LE EMOZIONI DIVENTANO CIBO
Psicoterapia del Binge Eating Disorder

Piergiuseppe Vinai, Patrizia Todisco
Edizioni Libreria Cortina
Milano, 2007

Il volume è disponibile c/o il Cesda: Mon  A 094

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