IL CORPO IN GIOCO Un modello di lavoro a mediazione corporea sui DCA: l’esperienza dell’Azienda Ausl di Ravenna

Mangiare è l’atto più intimo. Come nella sessualità, accettiamo che qualcosa entri in noi, a differenza del sesso, ciò che entra rimane, e ha un destino occulto dentro di noi. Non sorprende quindi che questo semplice atto quotidiano si carichi di significati per ognuno di noi.

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) nel loro complesso, sono patologie di difficile comprensione sul piano eziopatogenetico. Le pratiche alimentari sintomatiche sono state “scelte” dalla paziente: questa è la causa primaria e più immediata del suo disturbo – ma le scelte vengono compiute per ragioni sia coscienti, sia inconsce e sono altresì indotte da influenze genetiche, fisiologiche, ambientali e culturali.

La natura complessa di siffatte problematiche è tale per cui esse non possono essere affrontate se non attraverso un approccio multidisciplinare, fugando tentazioni assolutistiche iatrogene per il trattamento. Inoltre è necessario stabilire un contatto umano genuino che possa focalizzarsi sulla qualità della vita e sulla vita intesa nel suo complesso, nel tentativo di penetrare quel senso di isolamento e di solitudine che il soggetto affetto da DCA solitamente sperimenta.

L’articolo presenta il percorso terapeutico ambulatoriale proposto dal centro per i DCA di Ravenna.

 

SESTANTE

n. 32 ottobre 2009

I NODI TRA CONSUMI E DIPENDENZE

Il corpo in gioco

Un modello di lavoro a mediazione corporea sui DCA: l’esperienze dell’Azienda Ausl di Ravenna

Pag. 23-27

SESTANTE n. 32 ottobre 2009

I NODI TRA CONSUMI E DIPENDENZE

Il corpo in gioco. Un modello di lavoro a mediazione corporea sui DCA: l’esperienza dell’Azienda Ausl di Ravenna

Francesca Tombolini

Pag. 23-27

 

La rivista è disponibile c/o Cesda

 

 

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