SPORT & CIBO : SE LE OSSESSIONI SI SPOSANO

In palestra quattro volte a settimana, fino ad andarci tutti i giorni, controllando i pasti in modo ossessivo, quasi patologico. I disturbi alimentari non colpiscono solo i depressi ma anche gli sportivi. Vigoressia, ortoressia, sindrome di Highlandere di Adone, tra le patologie che cominciano con una passione per l’ attività fisica e sfociano in una maniacale attenzione per il cibo, costringendo il corpo a consumare più di ciò che assimila.

In Italia il problema è diffuso ma non ci sono ancora dati chiari. «Si stima che tra il 20 e il 30% di chi va regolarmente in palestra abbia un atteggiamento ossessivo nei confronti del proprio aspetto», spiega Gian Pasquale Ganzit, vicedirettore dell’ Istituto di Medicina dello Sport FMSI di Torino. L’ attenzione maniacale per la propria fisicità è stata definita dismorfismo muscolare (o anoressia inversa), disturbo che, secondo l’ Aidap (Associazione Italiana Disturbi dell’ Alimentazione e Peso), colpisce il 10% dei culturisti uomini e si manifesta intorno ai 19 anni.

Tra le sindromi di questo tipo le più diffuse sono la Vigoressia e l’Anoressia maschile: «Studi inglesi – spiega spiega Adelia Lucattini, presidente SIPSIeS (società internazionale Psichiatria Integrativa e Salutogenesi) – dimostrano che i ragazzi che ne soffrono hanno un’ immagine di sé realmente alterata: si guardano e si vedono diversi da come sono».

La Vigoressia è una delle sindromi principali dei forzati della palestra: fare fitness diventa una vera ossessione e “scolpire i muscoli” la principale occupazione, anche questo disturbo  colpisce soprattutto i maschi. Da una ricerca realizzata dall’Istituto di Medicina dello Sport di Torino emerge che il 20-30% di chi va regolarmente in palestra ha atteggiamenti ossessivi nei confronti del proprio fisico.

Spesso questi disturbi dell’ alimentazione sono originati o provocano l’overtraining sindrome (o sovrallenamento) e la mania dello sport, condizione ossessiva che spinge il corpo ad abusare dell’ attività fisica, andando oltre il proprio limite.

Un esempio è la sindrome di Highlander, malattia degli over 40 convinti di tornare giovani facendo sport come ragazzini. «L’ allarme scoppiò a metà degli anni ‘ 80 – continua Lucattini – quando, con il boom dello jogging, aumentarono i morti tra i 60 e 70 anni per infarto e ictus. Jogging e pesistica sono sport da giovani, e spesso gli anziani non ne percepiscono la pericolosità: è l’inganno delle endorfine-killer, che provocano dipendenza come droghe e anabolizzanti».

In Italia il fenomeno delle ossessioni alimentari legate allo sport è in aumento, soprattutto tra i maschi. «Gli uomini parlano meno delle donne e quindi aiutarli è difficile – spiega Fabiola De Clercq, fondatrice e presidentessa dell’ Aba (Associazione per la ricerca sui Disturbi Alimentari) – ma abbiamo notato che spesso chi va in palestra quotidianamente finisce per innamorarsi del proprio corpo, si allontana dalle donne e arriva a sostituire i pasti principali con un frutto. Molti ragazzi vanno in giro con la bottiglietta d’ acqua per purificarsi».

Anche le donne hanno i loro sport a rischio e, secondo uno studio su American Journal of Health Promotion, ginnastica artistica e ballo sono i più pericolosi per lo sviluppo di comportamenti alimentari sbagliati, con ragazze che per mantenere la linea arrivano a usare farmaci anoressizzanti, lassativi o diuretici, fino a procurarsi il vomito.

Ad accomunare gli sportivi di ambo i sessi c’ è l’attenzione per un’alimentazione sana, che non è una patologia ma può diventarlo. Uno studio del 2004 (su Eating and Weight Disorders) ha rilevato che su 404 soggetti il 7% soffriva di Ortoressia (attenzione ossessiva verso i cibi sani), in maggioranza uomini con basso livello di istruzione (studio Donini, 2004).

Fonte: La Repubblica 13 settembre 2011 sezione: SALUTE

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