GIOCO D’AZZARDO: LA REGIONE PIEMONTE LIMITA IL NUMERO DELLE SLOT VICINE A LUOGHI SENSIBILI

dal fare al dire 2018Disturbo da gioco d’azzardo: il contenimento e la responsabilizzazione dell’offerta come strategia di limitazione dei rischi, la protezione e la cura dei soggetti vulnerabili” questo il titolo dell’evento che si è tenuto lo scorso dicembre a Torino.
In Piemonte il numero complessivo delle persone che dichiarano di aver acquistato un prodotto di gioco nell’ultimo anno arriva a quasi 2 milioni, tra questi si possono stimare 80.000 persone con pattern di gioco a rischio non trascurabile e 18-20.000 con disturbo da gioco d’azzardo; le persone in trattamento sono poco più di 1500.

La moltiplicazione delle occasioni di gioco ha comportato non solo un incremento dei guadagni da parte della filiera e l’ovvio aumento delle spese da parte degli italiani, ma anche l’ampliamento della platea di persone che hanno incontrato il gioco, di quelle che hanno continuato e, inevitabilmente, di quelle per le quali l’incontro con il gioco si è trasformato in dipendenza.
Al convegno, svoltosi a Torino, è intervenuto Paolo Jarre, Presidente della SIRD Piemonte e Valle d’Aosta (associazione scientifica che riunisce gli operatori sanitari delle dipendenze patologiche) e Responsabile del Dipartimento Patologie della ASL TO3 di Torino.
Jarre, sul provvedimento riguardante le slot machine, ha affermato che con un questa legge la Regione Piemonte si avvicina alla Francia e ad altri paesi d’Europa che regolamentano e confinano gli apparecchi automatici di gioco in luoghi dedicati dove che vuole deve andarci apposta.
Il Disturbo da gioco d’azzardo, continua Jarre, pur essendo noto da diversi decenni come entità nosologica ben caratterizzata acquisisce nel 2017 particolare rilievo nella pratica dei Servizi per le dipendenze in Italia grazie al suo inserimento a pieno titolo tra le malattie destinatarie di intervento sanitario.
I dati documentano come vi sia una rilevantissima distanza tra il numero dei soggetti in trattamento per DGA in Italia (circa 15.000 persone) e la stima (IPSAD 2013) delle persone ultraquattordicenni con pattern di gioco problematico/patologico. Per questa ragione sono assolutamente necessarie azioni da parte del Governo centrale, delle amministrazioni e degli Enti Locali volte a costruire modelli di intervento che abbiano valenza protettiva nei riguardi dei cosiddetti soggetti a rischio.

I responsabili istituzionali sono chiamati a cooperare con i soggetti preposti dell’area sanitaria in un’opera di prevenzione e rete di controllo dell’offerta, andando ad incidere non solo sulla dimensione economica del gioco in denaro in generale ma nello specifico sulla quota di gioco problematico/patologico e contenere il gioco minorile che attualmente riguarda circa il 50% dei minori scolarizzati in Italia (ESPAD 2016) che dichiarano di aver praticato almeno un gioco in denaro nell’ultimo anno.

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