ALCOL E TUMORI

L’alcol è un cancerogeno e aumenta il rischio di tumori alla bocca, all’esofago, alla laringe, al fegato, alla mammella e, in misura minore, allo stomaco, al colon e al retto. La letteratura scientifica internazionale ne fornisce copiosa evidenza ricompresa in un estensiva monografia dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che documenta una relazione certa di tipo dose risposta tra alcol e numerosi tipi di cancro, verificabile a partire da quantità minime e per la quale non è possibile stabilire o definire con certezza un livello soglia di sicurezza.

Di conseguenza non è possibile indicare livelli di consumo alcolico privi di rischio o da raccomandare a livello di popolazione. Nel 2008 si sono verificati complessivamente 6386 decessi per tumore alcol-attribuibili, che costituiscono il 3,7% dei decessi totali per cancro. Sono alcuni dei dati originali elaborati dall’Osservatorio nazionale alcol del Cnesps-Iss e presentati nel capitolo “Alcol e tumori” del rapporto Istisan “Attività e impegno dell’Istituto superiore di sanità nella lotta contro il cancro”, pubblicato a novembre 2012. In questo contributo, svolto nell’ambito delle attribuzioni formali e delle competenze di monitoraggio epidemiologico vengono descritti attraverso metodologie sviluppate dal Reparto salute della popolazione suoi determinanti e adottate a livello europeo, i risultati degli studi epidemiologici di valutazione dell’impatto della mortalità alcol-attribuibile per i tumori analizzati nel contesto della popolazione italiana. Le finalità sono quelle proprie della programmazione delle strategie di prevenzione e di comunicazione. Il messaggio valido e corretto in termini di salute pubblica dovrebbe sempre mettere in evidenza che se un bicchiere di qualunque bevanda alcolica può giovare alla riduzione del rischio per una specifica condizione patologica, allo stesso tempo incrementa significativamente il rischio per oltre 200 patologie e di buona parte dei tumori maligni e benigni. I dati riportati trovano una conferma nelle tendenze e nei risultati individuati dalle più recenti revisioni scientifiche in letteratura, che indicano nell’alcol una tra le principali cause di morte, malattia, disabilità evitabile in tutte le nazioni sviluppate. Un estrema cautela è pertanto da adottare nella comunicazione del rischio alla popolazione avendo cura di non generalizzare messaggi non idonei alla popolazione giovanile e di sottolineare le importanti differenze di rischio attribuibile alle quantità di alcol consumate in funzione delle differenze di genere e di età e che non consentono di poter proporre il bere moderato come un vantaggio per la salute e la sicurezza della persona.

Fonte: Epicentro

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