I° CONGRESSO NAZIONALE SIFASD – Società Italiana Fetale Alcohol Spectrum Disorders

L’assunzione di alcol in gravidanza, anche se in piccole quantità può provocare gravi danni al futuro bambino. Modelli di prevenzione e promozione della salute sono stati al centro dei un congresso.
“Il giovane del futuro nasce da una gravidanza sana” è il titolo del I° Congresso Nazionale SIFASD (Società Italiana Fetale Alcohol Spectrum Disorders), che ha visto riuniti i maggiori esperti della Sindrome Feto-Alcolica (FAS).

L’alcol assunto in gravidanza, anche in piccole quantità, può innescare una serie di disordini tali da provocare la sindrome feto-alcolica e provocare gravi danni al nascituro, come malattie congenite del fegato e del cuore e, in particolare, danni neurologici e cognitivi che possono persistere anche dopo la nascita, compromettendo il regolare sviluppo infantile e le relative ripercussioni sul comportamento, soprattutto se la donna continua a bere anche durante l’allattamento.
Durante l’incontro sono stati illustrati i dati epidemiologici del Lazio e dell’osservatorio SIFASD del dell’Umberto I di Roma, sede del Centro di Riferimento Alcologico del Lazio, che realizza studi sulle patologie alcol-correlate e i modelli di prevenzione e promozione della salute che prevedono, tra l’altro, le raccomandazioni per le donne in gravidanza a non assumere alcol in modo assoluto.
Il prof. Mauro Ceccanti , Presidente del SIFASD e Responsabile del Centro di Riferimento Alcologico del Lazio, si dice molto preoccupato per il crescente numero di donne che bevono in gravidanza e insiste sulla necessità della prevenzione e della diagnosi precoce.
“Sono molto soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto fino ad oggi – continua Ceccanti – ma c’è ancora molto da fare, in particolare sulla prevenzione e specialmente in un Paese come il nostro in cui la cultura del bere è tanto radicata.
Questo Congresso è stata anche l’occasione per la firma di una Lettera d’Intenti tra il Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio, l’Università “Sapienza” di Roma e il National Institute on Alcohol Abuse e Alcohoism (NIAAA), del National Institutes of Healt degli Stati Uniti d’America, con cui intendiamo lavorare in partnership e cooperare nella ricerca biomedica sulle cause, la prevenzione e il trattamento dei disturbi e altri disordini legati all’abuso di alcol.

Cosa si fa al Policlinico per la prevenzione?
A risponde è la ginecologa Paola Ciolli – “E’ stata creata una rete di competenze multidisciplinari per una sensibilizzazione diretta della donne in gravidanza, sia durante i Corsi di Accompagnamento alla Nascita, sia durante le visite ambulatoriali ginecologiche, nel momento stesso in cui la donna manifesta il desiderio di iniziare una gravidanza.
Il lavoro è organizzato in modo tale che due psicologhe del Centro di Riferimento Alcologico vengono nei nostri ambulatori ostetrici a fare sensibilizzazione e a raccogliere dati epidemiologici, cosa molto importante perché in Italia sono quasi inesistenti rispetto all’uso dell’alcol in gravidanza.”

In quale quantità l’alcol assunto in gravidanza può creare danni seri?
“In realtà, non si conosce un valore soglia oltre il quale si verifichi un danno, per cui l’indicazione, per chi sta programmando o è già in gravidanza, è di sospendere completamente l’assunzione di alcol, in qualunque sua forma.
“ In genere, le gestanti e le donne italiane tendono a bere più vino rispetto ai superalcolici e alla birra, soprattutto quelle intorno ai 32 anni, età media in cui si arriva alla prima gravidanza. Tuttavia destano molta preoccupazione soprattutto le giovanissime di oggi, dedite spesso a gravi eccessi (come quello che viene definito Binge-drinking) e che un domani, quando saranno in gravidanza, potrebbero insistere in tali abusi. Spesso, infatti, le donne che programmano una gravidanza non sono consapevoli che è indispensabile sospendere l’introduzione di alcol, e su questo l’OMS è molto chiara: la gravidanza deve essere alcohol-free”.

Cosa fare nel caso in cui una donna in gravidanza è dedita all’alcol?
Nel caso in cui rileviamo la presenza di uso di alcol in gravidanza, soprattutto se in maniera significativa, inviamo la donna in consulenza al gruppo di specialisti del prof. Ceccanti e del prof. Luigi Tarani affinché, nel caso in cui si sia realizzata la situazione di Sindrome Feto-Alcolica nel suo spettro più ampio, si possa assistere il neonato in modo più appropriato e possa essere fatto un intervento riabilitativo precoce.”

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