DRUNKOREXIA: LA NUOVA MODA DEI DISTURBI ALIMENTARI

Alcol, salute e dieta non vanno d’accordo, l’alcol infatti è calorico e non apporta nessun tipo di sostanze nutritive all’organismo.
Quindi, per chi soffre di disturbi alimentari e controlla in maniera maniacale le calorie di ogni alimento ingerito ma non vuole rinunciare all’alcol, ecco l’ultima moda, la drunkorexia, una via di mezzo tra l’ubriachezza e l’anoressia.

Succede infatti che chi non vuole rinunciare al mojito, alla caipiroska, alla vodkaredbull, decide di compensare l’assunzione di calorie derivate dall’alcool tagliando gli alimenti: c’è chi fa a meno della barretta al cioccolato all’ora dello spuntino e chi addirittura sostituisce il pasto con gli alcolici. Questo fenomeno, quasi moda tra le giovanissime, ha dapprima preso piede nei cocktail bars di New York, ma ora si sta diffondendo in maniera preoccupante in Gran Bretagna; tuttavia, essendo un fenomeno emergente, non è ancora una patologia riconosciuta dalla comunità scientifica ufficiale.
Le vittime sono per di più giovani donne in una fascia di età piuttosto ampia, dai quindici ai trent’anni circa.
Le conseguenze di tale comportamento alimentare sono devastanti e addirittura peggiori dell’anoressia e della bulimia; infatti mentre nel caso di condotte alimentari quali anoressia e bulimia il corpo assimila sempre meno calorie portando ad un dimagrimento complessivo anche elevato ma comunque omogeneo, con la drunkorexia il fisico viene massacrato visto che l’introito calorico è elevato, ma non vengono fornite sostante importanti quali proteine e grassi.
L’alcol infatti, se assunto in eccesso, provoca danni sulla capacità di funzionamento del fegato, riduce la capacità dei polmoni di filtrare e bloccare le sostanze estranee inalate con il respiro, altera il numero delle pulsazioni del cuore e la vasodilatazione delle vene e delle arterie.
A differenza dell’anoressia, questa condotta non determina un importante dimagrimento, ciò spinge i soggetti ad assumere sempre meno cibo e bere sempre di più per la crescente frustrazione.

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