DROGA E ALCOL: DINAMITE NEL CERVELLO PER I GIOVANI ITALIANI

sipPericolosi compagni di vita che diventano la miccia per disturbi di personalità, schizofrenia e paranoie. A lanciare l’allarme sono gli esperti della Società italiana di psichiatria (Sip).
“Nelle grandi città i giovani che accedono ai servizi psichiatrici sono quasi tutti consumatori di sostanze a rischio dipendenza”, spiega Mariano Bassi, presidente della società scientifica insieme ad Alberto Siracusano. Sotto accusa cocktail micidiali come l’abbinata “alcol e cocaina”. Perché quando una mente ‘fragile’ incrocia queste sostanze, “il loro uso, e non necessariamente l’abuso – precisa Bassi – potenzia enormemente il problema, scatenando manifestazioni di rabbia, aggressività e perdita di controllo”.

Episodi che possono sfociare in casi di cronaca nera. Maschio, precario e ancora in casa con mamma e papà. Questo l’identikit dell’italiano che presenta disturbi psichici associati all’uso, abuso o dipendenza da sostanze a rischio. A indagare l’emergenza ‘comorbidità’ – così come la definiscono i medici – è uno studio condotto tra il 2005 e il 2006 dal Dipartimento di neuroscienze e tecnologie biomediche dell’università degli Studi di Milano Bicocca, su 28 Dipartimenti di salute mentale per un totale di oltre 86 mila pazienti con doppia diagnosi (problemi mentali e di droga o alcol). Il fenomeno risulta tre volte più diffuso fra gli uomini e i giovani (età media 40 anni per i maschi e 43 per le femmine). In genere si tratta di persone celibi, che raramente vivono in condizioni autonome (20%) o hanno figli (33%).

In tre casi su 4 questi pazienti hanno completato solo la scuola dell’obbligo, e appena il 25% conta su un lavoro stabile. E ancora, un terzo dei pazienti esaminati dallo studio milanese presenta disturbi al fegato; circa il 20% ha avuto guai con la giustizia, il 33% ha episodi di malattia psichiatrica in famiglia e il 18% precedenti familiari di disturbi da uso di sostanze a rischio. Il 41% del campione soffre di una dipendenza vera e propria e il 54% una sindrome da abuso. L’alcol sembra la sostanza più gettonata tra le persone che abbinano consumi pericolosi a disturbi mentali. Per lo più si tratta di problemi di personalità (37%), psicosi schizofreniche e stati paranoidi (30%), seguiti da psicosi affettive (16%) e disturbi nevrotici (9%). E in base alla malattia cambiano anche le preferenze: chi soffre di disturbi della personalità sceglie soprattutto cocaina, barbiturici o altri induttori del sonno, oltre alla cannabis, mentre quest’ultima prevale nettamente nella categoria dei pazienti affetti da una psicosi di tipo schizofrenico.

Il dato più preoccupante, segnalano gli psichiatri della Sip, è che “solo il 50% degli utenti in doppia diagnosi (problemi mentali e uso o abuso di sostanze a rischio) ha usufruito di un trattamento da parte dei servizi per le dipendenze – riflette Siracusano – Calcolando anche la quota del 9% inviato in una comunità terapeutica, risulta comunque che il 40% degli utenti non ha ricevuto alcun trattamento specialistico per l’uso di sostanze”. Un’indagine su 707 centri di salute mentale italiani, realizzata tra il 2004 e il 2006 dal Centro studi e ricerche in psichiatria di Torino in collaborazione con la Sip, mostra inoltre delle lacune sul fronte prevenzione dei problemi psichici in generale. Anche per quelli non legati al consumo di sostanze pericolose. Se è vero che oggi da parte degli esperti è cresciuta l’attenzione alla diagnosi precoce, nell’universo dei programmi terapeutici attivati dalle strutture specializzate sono trascurati gli interventi sugli adolescenti a rischio (35%), la prevenzione dei suicidi (38%), il sostegno ai detenuti (24%) e a chi soffre di disturbi alimentari.

Fonte: Adnkronos

Questa voce è stata pubblicata in ALCOL, GIOVANI. Contrassegna il permalink.