DROGHE: ECCO LE SERRE DOVE CRESCE LA MARIJUANA DESTINATA ALL’USO TERAPEUTICO

cannabis-flosAllo stabilimento Farmaceutico militare di Firenze sono i giorni del primo raccolto della cannabis di Stato e le piante di marijuana sono state tagliate e appese a testa in giù, per far andare tutto il principio attivo verso i fiori. Così l’aroma che producono nella stanza trasformata in serra è intensissimo. Gli addetti indossano guanti, cuffie e mascherine per compiere operazioni che in altri contesti non prevedono grandi precauzioni igieniche. Staccano i fiori dai rametti, li triturano, li pesano, li infilano nei sacchetti.
Cercano di ridurre al minimo le contaminazioni per arrivare ad un prodotto farmaceutico e quindi “standardizzato”, che abbia una determinata quantità di principio attivo per grammo. Va inviato nelle case di malati di sclerosi multipla, tumore, sla e quindi deve essere super sicuro. Sono cinquanta le prime piante di cannabis coltivate in Italia in una struttura pubblica e sono venute su in 3 mesi.

Ora le studiano per capire come ha funzionato la coltivazione, se la quantità di luce che hanno ricevuto ogni giorno dalle lampade speciali è giusta, se il concime liquido ha fatto al meglio il suo lavoro, qual è il tempo giusto per una essiccazione ottimale.
Il dossier da inviare al ministero alla Salute è quasi pronto, quando l’Aifa avrà fatto la sua ispezione e arriverà il via libera da Roma si potrà passare dalla fase di sperimentazione a quella di produzione farmaceutica.
E dopo l’estate potrebbero iniziare le spedizioni verso le farmacie e gli ospedali. La prima serra usata nell’Istituto farmaceutico militare verrà subito dismessa. Troppo piccola. “Spostiamo tutto in un ambiente di 250 metri quadrati e se la domanda crescerà abbiamo anche altri spazi da utilizzare. Vogliamo arrivare a produrre 100 chili nel 2016”, spiega il colonnello Antonio Medica, direttore dello Stabilimento chimico farmaceutico militare, che dipende dall’Agenzia industrie difesa. Nell’unico centro pubblico italiano autorizzato alla produzione di farmaci in effetti gli ambienti non mancano.

La struttura è immensa, con lunghi e ampi corridoi che collegano le varie aree dove si producono farmaci per sette malattie orfane, cioè rare e quindi snobbate dall’industria, ma anche kit medici per i militari in missione. Per l’emergenza aviaria qui sono state fatte milioni di dosi di un medicinale antivirale, che sono quasi tutte ancora in magazzino. Adesso però si pensa soprattutto a quelle piantine verdi che crescono in fretta e potrebbero migliorare la vita a molti malati. Combattono il dolore, la nausea, le spasticità provocate da varie patologie gravi. Con i fiori spezzettati si fanno dei decotti.

Al momento chi li vuole deve chiedere alla propria Asl di comprarli all’estero, soprattutto in Olanda. Nel giro di pochi mesi tutto cambierà. Sempre più Regioni (ormai sono 12) stanno approvando leggi sull’uso della cannabis terapeutica e con la produzione in Italia non ci saranno più le attuali forniture a singhiozzo. I medici diventeranno quindi più disponibili alla prescrizione di un medicinale che la scienza da tempo considera un’opzione terapeutica importante e intorno al quale la politica ha fatto molto chiasso. Quasi sempre con il retro pensiero, sia da parte dei sostenitori che dei detrattori, che utilizzarlo per chi sta male sia un primo passo verso la liberalizzazione delle droghe leggere. “Queste discussioni non ci interessano – commenta Medica – Noi qui stiamo preparando un farmaco”.

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