GENERAZIONE Z E DIPENDENZE COMPORTAMENTALI: UNO STUDIO DELL’ISTUTUTO SUPERIORE DI SANITA’

Un’indagine sul tema delle dipendenze comportamentali, che ha coinvolto circa 8.700 studenti di età compresa tra gli 11 e 17 anni a livello nazionale, ha evidenziato come molti adolescenti presentino profili di rischio alti per la dipendenza da videogiochi, da social media e ritiro sociale. In particolar modo risultano a rischio quei giovani che non hanno la possibilità di parlare in famiglia di aspetti che li  preoccupano. 

“L’indagine – realizzata con EXPLORA Ricerca e Analisi Statistica – ha focalizzato l’attenzione anche sulle caratteristiche dei ragazzi con un profilo di rischio (tratti di personalità; dimensione relazionale; contesto famigliare, scolastico e sociale; qualità del sonno) e comportamenti legati all’utilizzo di internet, quali sfide social (social challenges), doxing, sexting e morphing. Infine un focus di interesse è stato lo studio delle competenze genitoriali e il confronto tra i profili emotivi e comportamentali autodichiarati dai ragazzi con quelli riportati dai genitori”.
Tra i dati emersi dalla ricerca si parla di un 2,5% del campione che presenta caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da social media, in particolare modo tra i giovanissimi di 11-13 anni, e di un 12 % di studenti a rischio di dipendenza da videogiochi, con i maschi che sono nettamente più a rischio delle loro coetanee, soprattutto nelle scuole medie.
Sempre gli studenti tra gli 11 e 13 anni sono quelli che maggiormente tendono a isolarsi in casa rispetto a quelli più grandi, ma in questo caso le ragazze lo fanno più spesso dei loro coetanei e quelle delle scuole superiori in numero maggiore delle studentesse delle medie.
“La survey ha approfondito anche la relazione tra genitori e figli, invitando a partecipare tutti i genitori delle scuole medie che avevano aderito allo studio, e sono stati raccolti 1.044 questionari”.
Alcuni risultati:
– tra i genitori che dichiarano di “non osservare problematiche nei figli legate all’uso rischioso dei videogiochi” vi è invece l’8,6% che presenta un figlio con rischio di gaming addiction, del quale evidentemente il genitore rispondente non si accorge. Addirittura, nei genitori che dichiarano che il loro figlio “non gioca con i videogiochi” si riscontra il 3,7% di casi di figli che presentano un rischio di gaming addiction.
– tra i genitori che dichiarano di “osservare problemi di gaming addiction nel figlio” c’è una sovrastima del problema in quanto seppure lo screening non ha riportato presenza di rischio nei figli il 75,9% dei genitori indica una preoccupazione per la dipendenza del figlio. Allo stesso modo anche tra i genitori che dichiarano “assunzione incontrollata di cibi non salutari” da parte dei figli, il 55,8% dei ragazzi non presenta nessun rischio di food addiction, indicando una errata valutazione da parte dei genitori.

LINK AL COMUNICATO STAMPA

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