IL SUPERAMENTO DEGLI OPG

OPGOpg: Ne restano aperti ancora 2 in Sicilia e in Toscana con 37 persone internate.
Per la chiusura serve il completamento delle Rems (strutture residenziali sanitarie gestite dalla sanità territoriale in collaborazione con il Ministero della Giustizia, ove competente. Queste residenze garantiscono l’esecuzione della misura di sicurezza -detenzione- e, al tempo stesso, l’attivazione di percorsi terapeutico riabilitativi territoriali per i soggetti a cui è applicata una misura alternativa al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario (OPG) e all’assegnazione a casa di cura e custodia)
Il Commissario unico per il superamento degli Opg, Franco Corleone è intervenuto nei giorni scorsi in commissione Sanità al Senato nel corso di un’audizione sull’indagine conoscitiva sulla sostenibilità del Ssn. “Le regioni Veneto, Abruzzo e Puglia sottoposte a commissariamento si sono attivate per la predisposizione delle Rems definitive, necessarie per la piena attuazione della riforma”.

Restano ancora aperti due Opg, Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto, al cui interno risultano internate trentasette persone. Al fine di addivenire alla chiusura dei predetti Opg, è necessario il completamento del programma di realizzazione delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), in particolare nelle regioni Sicilia e Toscana.

In merito all’esperienza sin qui maturata nel ruolo di commissario, Corleone ha fatto presente che il rapporto con le Regioni è stato caratterizzato da una “proficua collaborazione, nella consapevolezza della importanza degli obiettivi perseguiti dalla riforma oggetto di attuazione”.

Sottolineati, inoltre,  gli elevati livelli di motivazione e consapevolezza che ha avuto modo di riscontrare nel personale operante all’interno delle Rems, nonché il numero delle dimissioni dai luoghi di ricovero e i dati relativi della permanenza all’interno degli stessi, dai quali a suo avviso si desume che gli obiettivi perseguiti dal Legislatore sono stati sostanzialmente conseguiti, con l’eliminazione dei cosiddetti ergastoli bianchi e la trasformazione delle misure di sicurezza in strumenti per assicurare cure a tempo determinato all’interno di luoghi idonei allo scopo.

Il commissario si è poi successivamente soffermato su alcune criticità tuttora riscontrabili nel processo di attuazione della nuova normativa. Il numero di persone sottoposte a nuova misura di sicurezza a titolo provvisorio e inviate all’interno delle Rems “è ancora troppo elevato”. “Ciò – ha spiegato – sta determinando dei problemi di saturazione delle strutture e di gestione delle liste d’attesa che vengono così a formarsi, sulla scorta di criteri e di competenze non sufficientemente chiari”.

“Vi è il problema del rispetto del principio di territorialità, che allo stato risulta non venire osservato per 51 pazienti su un totale di 541 persone complessivamente ospitate all’interno delle Rems – ha aggiunto -. Il rispetto del principio di territorialità è particolarmente arduo per le donne, in quanto in molte Rems non vi è ad oggi la possibilità di ospitare queste ultime”.

In relazione alle persone senza fissa dimora, “occorre affrontare le problematiche legate all’individuazione della residenza, ai fini dell’assistenza di welfare di base: per la maggior parte delle persone senza fissa dimora si ricorre a una residenza fittizia fornita dai comuni ove esse risiedevano in precedenza; per le persone entrate irregolarmente all’interno del Paese, e che non hanno mai registrato una residenza, si ricorre al principio secondo il quale esse sono considerate residenti nel luogo di commissione del reato”, ha detto il commissario.

Riguardo poi alla problematica delle contenzioni, che ad avviso dell’audito dovrebbero essere comunque bandite dalle Rems, “emerge che il ricorso a tale pratica è piuttosto limitato e concentrato soprattutto nella struttura di Castiglione delle Stiviere”.

Infine, quanto alle modalità concrete di attuazione della nuova normativa, “risultano differenziazioni notevoli da regione a regione: si passa da realtà come il Friuli Venezia Giulia, dove sono stati realizzati pochi posti letto per le Rems all’interno dei dipartimenti di salute mentale (Dsm), a realtà in cui si è preferito predisporre un numero assai maggiore di posti, come ad esempio Castiglione delle Stiviere in Lombardia”.

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