LA PERCEZIONE DEL FENOMENO DEL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO TRA GLI ESERCENTI DEI LOCALI DA GIOCO

Nell’ultimo numero della rivista Dal Fare al Dire è stato pubblicato un articolo, realizzato dallo sportello per la cura del gioco d’azzardo del Dipartimento di Patologia delle Dipendenze di Torino, che riporta i risultati di un progetto di ricerca volto ad effettuare una mappatura dei locali da gioco presenti sul territorio, e a indagare la percezione degli esercenti circa il fenomeno del gioco d’azzardo e il passaggio dal gioco sociale a quello patologico.

Presso il Dipartimento di Patologia delle Dipendenze “C. Olicenstein” di Torino è stato istituito dal 2004 uno sportello specifico per la cura della dipendenza da gioco, gestito da un’équipe multiprofessionale composta da psicologi, educatori professionali, assistente sociale e medico psichiatra. Il Servizio eroga prestazioni di consulenza e trattamento ai giocatori e ai loro familiari, proponendo, dopo una fase di valutazione diagnostica, interventi psicoterapeutici di sostegno, interventi psicoeducazionali, e progetti riabilitativi di tipo socio educativo. Nell’ambito del servizio sono state attivate iniziative di studio e di ricerca e interventi di informazione e sensibilizzazione sulle problematiche legate al gioco patologico.  L’articolo riporta i risultati di un progetto di ricerca volto ad effettuare una mappatura dei locali da gioco presenti sul territorio, e a indagare la percezione degli esercenti circa il fenomeno del gioco d’azzardo e il passaggio dal gioco sociale a quello patologico.

Alla base dei progetto vi era l’idea che il coinvolgimento attivo dei rappresentanti della rete commerciale potesse favorire lo sviluppo di una maggiore sensibilizzazione verso le problematiche psicosociale correlate al gioco patologico e, parallelamente, sostenere la diffusione di informazioni e conoscenze più accurate.

Lo studio, sebbene condotto su un territorio ed un campione limitato, offre interessanti punti di riflessione e approfondimento, in particolare su quegli aspetti di contraddizione ed ambiguità che appaiono caratterizzare il ruolo e la peculiare posizione degli esercenti chiamati a rapportarsi con il fenomeno sociale e a confrontarsi con le percezioni ed interessi dei diversi soggetti coinvolti, oltre che ad integrare i differenti e talvolta inconciliabili messaggi e significati veicolati dai vari contesti di appartenenza (individuale, familiare, grippale, istituzionale, comunitario).
Sebbene sia stato rilevato che poco meno della metà degli esercizi espone materiale informativo circa i limiti legislativi del gioco e le regole di funzionamento, così come gli avvisi e le indicazioni circa i rischi sono spesso collocati in posizioni poco visibili; l’indagine ha evidenziato una elevata conoscenza e consapevolessa da parte dei gestori.
Questi ultimi, infatti, secondo quanto rileva lo studio, hanno buona conoscenza delle dinamiche e delle nuove tipologie di gioco, anche in termini di maggiore/minore addittività, una buona consapevolezza dei rischi e una discreta competenza nel riconoscere gli indicatori comportamentali connessi allo sviluppo di patologie da gioco.
Rispetto alle modalità di intendere il proprio ruolo e il rapporto con la clientela, lo studio ha delineato due atteggiamenti distinti e complementari, se infatti alcuni esercenti appaiono focalizzarsi attorno alla loro funzione commerciale, presentandosi come semplici venditori, e mostrandosi poco interessati a considerare ulteriori aspetti della relazione con il cliente, altri manifestano una maggiore sensibilità verso gli aspetti di criticità connessi all’offerta di un prodotto che può suscitare dubbi e interrogativi di carattere etico, cogliendo la difficoltà a trovare un equilibrio tra logiche di profitto e responsabilità sociali, segnalando inoltre l’assenza di strumenti cui fare fronte alle situazioni più a rischio.
Secondo gli autori dello studio le differenti modalità di intendere il proprio ruolo, così come le azioni, le dichiarazioni e gli atteggiamenti degli esercenti, sembrano rimandare ad altrettanto differenti rappresentazioni del gioco d’azzardo.
Così come dimostrato da numerose ricerche internazionali, il presente studio ha confermato che adeguati programmi di formazione volti ad incrementare le competenze e le conoscenze e a favorire l’adesione critica del personale operante nei locali di gioco, favorisce la diffusione di politiche di gioco responsabile e la progettazione di interventi volti alla riduzione del danno.

LA PERCEZIONE DEL FENOMENO DEL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO TRA GLI ESERCENTI DEI LOCALI DA GIOCO
Un’indagine in un territorio circostanziale della città di Torino
Elsa Marcaccini, Lorena Camera, Augusto Consoli
Dal Fare al Dire – II / 2012
pag. 3-12

La rivista è disponibile c/o il Cesda

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