SOLO UN EURO A “CHUPITO”: LO SBALLO LOW COST GENOVESE

alcol2Ha grande successo tra i giovani che frequentano la movida. E’ un superalcolico a base di rum e succo di pera, da bere tutto d’un colpo. Il Comune di Genova definisce il fenomeno preoccupante e annuncia un giro di vite potenziando i controlli della polizia municipale.

I volantini, gli sms, il passaparola su Facebook avvisano il giovanissimo popolo della notte. La bomba per sballare, il “chupito”, il superalcolico a base di rum e pera, da bere tutto d’un colpo, alla goccia, è pronto. Basta un euro per un bicchierino, alcuni locali scendono anche a 50 centesimi, perché in tempi di crisi, la sbronza diventa low cost. Il “binge drinking“, la devastante moda inglese nata a metà degli anni Duemila di bere oltre ogni limite, si sta diffondendo nella movida e l’allarme è stato captato dal presidente del municipio Centro Est, Simone Leoncini.
“È un fenomeno preoccupante, da affrontare subito”. Lo chiamano già “bere proletario“, a portata di studente, che si può ubriacare con un biglietto da cinque euro. In più la fama del Chupito è alimentata da una leggenda: si dice che il succo di frutta unito al rum provochi uno shock alcolico che amplifica l’effetto. Allora vai con cinque sorsi “one-shot”, così esci di testa.
Il Comune non sta a guardare e annuncia un giro di vite. “A parte l’incremento dei controlli della polizia municipale sul divieto di somministrazione ai minori di 18 anni e il rispetto degli orari, stiamo studiando un nuovo regolamento sulla falsariga di quello che abbiamo realizzato per le sale scommesse”, annuncia l’assessore al Commercio Francesco Oddone, che sta lavorando fianco a fianco con la collega alla Legalità, Elena Fiorini. “Il consumo sfrenato, anche di qualità infima, questo “jumping alcolico”, è frutto della liberalizzazione. Dobbiamo fare campagne informative ai ragazzi, perché una movida di questa natura è controproducente per tutti, salvo per quelli che buttano queste tonnellate di liquidi nei corpi dei giovani con effetti tremendi – dice Oddone -. Determinati esercenti, mi vengono in mente alcuni minimarket, spesso non pongono attenzione a questi divieti e dobbiamo portare avanti una seria campagna non solo repressiva, ma anche preventiva”.
Il risultato è che molti giovanissimi finiscono al pronto soccorso ubriachi fradici, hanno incidenti in moto, senza contare che vengono coinvolti in risse. “Vediamo molti ragazzi uscire dai bar ed entrare nelle sale scommesse – interviene Leoncini – dove, in quelle condizioni, senza neppure rendersene conto, spendono centinaia di euro”. La politica non sta a guardare. “Si devono trovare strumenti – va avanti il presidente del Municipio – in grado di frenare questa nuova tendenza. Immagino vietare le offerte speciali, paragonare la cessione di alcol a minorenni come un’istigazione all’uso, come avviene per le sostanze stupefacenti. Una proposta è anche quella di ridurre gli orari di apertura di determinati esercizi commerciali “.
Di pari passo ci deve però essere un percorso alternativo, che non sia mirato solo alla punizione di chi è scorretto. “Sarebbe giusto premiare i locali virtuosi – aggiunge Leoncini – , chi vuole stare a fianco del Comune in questa battaglia per difendere i ragazzi e chi vuole lavorare bene, rispettando le regole. Vede, mandare i vigili, dare una multa, chiudere un bar, non basta se non portiamo avanti un discorso legato alla consapevolezza che tutto questo fa male non solo ai giovani, ma anche alla città”.
Il discorso scivola sulla lotta al degrado, al voler rendere partecipi i cittadini di questa evoluzione. “Sarebbe un grande passo avanti. Stiamo analizzando la questione e ci siamo fatti una domanda: perché i giovani vengono attirati da un bicchiere di alcol, dallo sballo? Forse non stiamo facendo abbastanza per loro? Offriamo delle alternative? Stiamo studiano una serie di iniziative culturali, dico concerti, mostre per esempio, per attirarli, per offrire qualcosa di diverso, di nuovo, di giusto”, Simone Leoncini.

Fonte: La Repubblica 29 marzo 2013

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