Alcol e dati sui consumi in Toscana e Italia

Sul sito di ARS Toscana è disponibile un approfondimento sul tema dell’alcol e dei consumi regionali e nazionale, che si inserisce nell’ambito del mese della prevenzione alcologica di Aprile. Secondo i dati dell’OMS, l’Europa ha la più alta percentuale di bevitori e il più alto consumo di alcol nel mondo

L’alcolismo è una dipendenza che ha effetti pesanti sulla salute della persona e sulla sua vita lavorativa e relazionale. L’alcol è una sostanza che interagisce sia a livello psichico che fisico e che produce danni non solo al bevitore ma anche su terzi, con implicazioni negative per i setting sociali e relazionali.

Allo stesso tempo l’alcol rappresenta oggi uno dei maggiori fattori di rischio evitabile. I dati epidemiologici e il monitoraggio alcol-correlato rappresentano gli strumenti indispensabili e insostituibili per la pianificazione e attuazione delle strategie di prevenzione e degli indirizzi sanitari e sociali che sono alla base della maturazione di un’auspicabile cultura del benessere, invocata, ma spesso ostacolata, da modelli e stili di vita tutt’altro che salutari.

Ma in che modo e chi raccoglie i dati epidemiologici necessari alla panificazioni di azioni sanitarie, anche sul tema dell’alcol? A livello globale viene citato il Global Action Plan – Piano d’azione globale sul consumo dannoso di alcol 2022 – 2030. 

L’obiettivo del piano è promuovere le azioni volte a diminuire gli effetti dell’uso dannoso di alcol nella popolazione, con particolare riguardo ai contesti più vulnerabili (bambini, adolescenti, giovani, donne ed anziani) e a alle situazioni in cui l’alcol può rappresentare un maggior rischio (gravidanza, adolescenza, contesti lavorativi, alcol e guida).

A livello toscano invece la programmazione delle attività sanitarie è guidata dalle indicazioni fornite nel Piano regionale della prevenzione 2020-2025, ed in particolare per quanto riguarda le attività alcologiche il servizio che le promuove è il Centro Alcologico Regionale Toscano (CART)

Nell’approfondimento ARS riporta quali sono i principali sistemi di sorveglianza che raccolgono in modo continuativo e sistematico i dati la cui interpretazione viene messa a disposizione di coloro che devono progettare, realizzare e valutare interventi di salute pubblica.

Si tratta in particolare della sorveglianza HBSC – Health Behaviour in School-aged Children – che raccoglie la frequenza auto-riportata delle abitudini sul consumo di alcolici degli adolescenti; dello studio EDIT (Epidemiologia dei Determinanti dell’Infortunistica stradale in Toscana) alla sua VI edizione; di Lost In Toscana, studio sul LOckdown e STili di vita in Toscanala Sorveglianza Passi e Passi d’Argento;  l’Indagine Multiscopo sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana a cura dell’ISTAT.

Nelle conclusioni si evidenzia che, nonostante i dati relativi ai consumi di alcol siano stabili da anni, non bisogna mai abbassare la guardia, soprattutto per quelli che riguardano la fascia giovanile e i nuovi pattern di consumo (per esempio la maggiore diffusione tra le ragazze o l’abitudine al binge drinking). Consumi che negli anni cambiano rapidamente, sempre più guidati da una logica più basata sul profitto che sulla salute.

Inoltre dalle diverse indagini emerge il fatto che il consumo varia a seconda delle fasce d’età ed è trasversale a tutte le generazioni, servono quindi interventi mirati che sappiano coinvolgere e attivare i diversi gruppi. Di fronte alla percezione che il bere sia un costume o un’innocua modalità comportamentale, i servizi e le Organizzazioni internazionali rischiano di non essere efficaci se non si trovano soluzioni mirate.

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