EFFETTI, RISCHI E PERICOLI DEI CANNABINOIDI SINTETICI

Riccardo Gatti, medico psichiatra e responsabile del Dipartimento Dipendenze Patologiche della ASL città di Milano, interviene sul proprio blog rispetto ai cannabinoidi sintetici, identificati per la prima volta negli USA da John Huffman ed altri scienziati, nel 2004. In soli 15 anni, anche grazie alla facilità di produzione, i cannabinoidi sintetici (nel 2014 ne erano stati identificati 117) hanno invaso il mercato, sfruttando, a livello di marketing, la loro legalità (non essendo ancora stati identificati e vietati) e la falsa credenza di effetti simili alla cannabis naturale. Eppure, la ricerca e letteratura scientifica, ricorda Gatti, hanno ben presto messo in guardia i consumatori sugli effetti potenti e pericolosi dei cannabinoidi sintetici. “Agiscono sui medesimi recettori del THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) ma in taluni casi in modo (molto) più potente. I consumatori parlano di effetti simili alla marijuana come tono dell’umore elevato, rilassamento, percezione alterata della realtà ma anche descrivono sintomi psicotici, dove il contatto con la realtà è completamente perso. Sebbene le similitudini con la cannabis esistano, alcuni effetti fisici come convulsioni; agitazione, ipertensione, vomito e squilibrio elettrolitico con ipokaliemia sono caratteristici di intossicazione da cannabis sintetica e non sono presenti nemmeno dopo aver consumato alte dosi di cannabis biologica; alcuni effetti psichici come ansia, allucinazioni, insonnia e episodi psicotici possono essere vissuti per giorni e settimane dopo aver consumato cannabis sintetica; la cannabis sintetica è probabile possa avere (mediato dai recettori CB1), un maggior effetto di carico cardiaco, con un decremento dell’ossigenazione del cuore e seri problemi conseguenti come infarto e tachicardia, sia negli adulti che negli adolescenti (…) La cannabis sintetica può dare dipendenza. I disturbi astinenziali, nei consumatori abituali, possono essere frequenti e molto precoci. Tra questi convulsioni, palpitazioni, dispnea, tachicardia, dolore toracico, e inoltre craving, cefalea, ansia intensa, insonnia, nausea e vomito, perdita dell’appetito e sudorazione profusa. Il rinforzo negativo, dato dai sintomi di astinenza, tende promuovere l’uso continuativo di queste sostanze.

Sostanze che, più conosciamo, più si rivelano pericolose: anche le più recenti revisioni della letteratura scientifica descrivono importanti rischi associati all’uso. Vale la pena di ricapitolarli perché, oltre l’abituale asetticità delle pubblicazioni scientifiche, ci sono storie vere di tante donne e tanti uomini che hanno dovuto affrontare, assieme ai loro cari, momenti invalidanti e difficili (ripeto: quando le cose sono andate nel migliore dei modi).

  • Gravi tossicità interessano numerosi sistemi e possono provocare aritmie, infarto miocardico, morte cardiaca improvvisa, psicosi, ideazione suicidaria, convulsioni, necrosi renale tubulare acuta ed emorragia intracranica.
  • Inoltre, sono state anche segnalate coagulopatie e morti associate dovute a contaminazioni da brodifacoum (un anticoagulante usato nelle esche topicide), il che dovrebbe far comprendere come, oltre al prodotto in sé, anche come viene preparato, ne aumenta la pericolosità”.

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