FUMO E CONCENTRAZIONE: UN FALSO MITO

Uno dei luoghi comuni che i fumatori si ripetono, come una sorta di auto-convincimento, è che apporta benefici alla concentrazione. Ora, da una parte è vero che la  nicotina stimola alcuni neurotrasmettitori, come l’acetilcolina e il glutammato, che aiutano l’attenzione. Dall’altra, in caso la persona interrompa la dipendenza da tabacco, il possibile effetto negativo sulla capacità di attenzione e concentrazione causato dal comportamento, è di breve durata. Come spiega la dottoressa Elena Munarini, psicologa e psicoterapeuta presso il Centro antifumo Fondazione IRCCS, “Un fumatore, dunque, subisce una stimolazione di questi neurotrasmettitori, per cui il suo cervello si abitua ad avere sprint che, tuttavia, durano poco. Quando il livello di nicotina cala si potrebbe sperimentare, più o meno consapevolmente, un nuovo bisogno. Questo vale per molti aspetti, e nel caso specifico della concentrazione si può percepire un calo dell’attenzione che spinge a fumare ancora.

In generale il fumo e la nicotina impigriscono le nostre funzioni e con il tempo ci convincono che senza la sigaretta non siamo più in grado di svolgere al meglio determinate attività come ad esempio studiare. Si tratta in realtà di un’illusione, determinata dal meccanismo della dipendenza. Quando smettiamo di fumare ci può essere un iniziale calo della capacità di concentrazione determinato dall’assenza dello stimolo, ovvero la nicotina, che potenzia un’attitudine spontanea. È vero dunque che potrebbe esserci un momento di transizione in cui potrà sembrare di fare un po’ più fatica a concentrarsi, ma si tratta naturalmente di una situazione reversibile soprattutto per un ragazzo così giovane. Questo vale anche per altre funzioni che la nicotina stimola come il transito intestinale, le funzioni metaboliche o la riduzione di stress e ansia. Per questo una volta smesso di fumare si potrebbe sperimentare un iniziale momento di stipsi, un leggero aumento di peso o nervosismo, tutte situazioni reversibili.”

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