OMS: Piano d’Azione 2022-2030 ALCOL

Piano d’Azione 2022-2030 per implementare la strategia globale di riduzione dell’uso dannoso di alcol
Il 24 maggio 2022, l’Assemblea Mondiale della Sanità ha reso esecutivi gli obiettivi del nuovo “Global alcohol action plan 2022-2030 to strengthen implementation of the Global Strategy to Reduce the Harmful Use of Alcohol”, cioè il Piano d’azione (2022-2030) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per implementare efficacemente la strategia globale di riduzione dell’uso dannoso di alcol come priorità di salute pubblica.
Alla stesura del nuovo Piano, iniziata nel 2019, ha contribuito anche l’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) partecipando a riunioni di esperti per la discussione dei contenuti del documento e, successivamente, a consultazioni online per lo sviluppo Piano d’azione, aperto agli Stati membri, alle organizzazioni delle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali e attori non statali.

Il Piano d’Azione (2022-2030) è parte della più ampia strategia mondiale di lotta alle malattie cronico-degenerative, azione principe dell’Agenda 2030 della Nazioni Unite e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals che prevedono la riduzione del 10% del consumo rischioso e dannoso di alcol entro il 2025. Secondo l’OMS questi obiettivi sono stati ostacolati nel corso degli ultimi anni dall’interferenza dei portatori d’interesse (commerciali ed economici) e dalla scarsa adesione delle politiche sull’alcol alle strategie che individuano i mezzi, le misure e le azioni basate sull’evidenza di efficacia da adottare con necessità resa ancora più urgente dalla pandemia di COVID-19.

Il Piano d’azione proposto si basa sugli orientamenti forniti dalla strategia globale, il suo ruolo chiave e le sue componenti, nonché sugli insegnamenti tratti dalla sua attuazione e sui Piani d’azione sull’alcol pubblicati negli ultimi dieci anni.
Il documento mira a rafforzare l’attuazione della strategia globale accelerando le azioni a vari livelli e sostenendo e integrando le risposte nazionali ai problemi di salute pubblica causati dal consumo dannoso di alcol in dieci aree target raccomandate dalla strategia globale per l’azione nazionale, adattata ai contesti nazionali.

Il Piano propone azioni e misure specifiche da attuare attraverso i ruoli chiave e le componenti indispensabili per i policy maker, le più recenti evidenze di efficacia e l’efficacia in termini di costi delle opzioni politiche per ridurre l’impatto del consumo dannoso di alcol.

Nel documento proposto è stata inclusa una nuova area d’azione che riguarda l’attuazione di strategie e interventi ad alto impatto dell’iniziativa SAFER dell’OMS sulla base dell’evidenza dell’efficacia e del rapporto costo-efficacia delle diverse opzioni politiche, rispecchiando le lezioni apprese sinora nel corso dell’attuazione delle strategie già poste in essere a livello globale e nazionale.

Le azioni e le misure proposte nel Piano d’azione, quando implementate e applicate, hanno il potenziale dimostrato come il più elevato per ridurre il consumo dannoso di alcol. La loro priorità e attuazione a livello nazionale e regionale, nonché la definizione delle priorità di altre opzioni politiche e interventi raccomandati dalla strategia globale, è a discrezione di ciascuno Stato membro, a seconda delle esigenze e dello stato di attuazione di tali misure in un determinato Paese, dai contesti sociali, economici e culturali, dalla scala di priorità di salute pubblica, dalle politiche del sistema sanitario e dalla disponibilità delle risorse ed è intuitivo che le esigenze e i contesti nazionali possono richiedere, a discrezione di uno Stato membro, l’attuazione di misure ancora più rigorose di quelle proposte nel progetto di Piano d’azione.

Il documento richiama attenzione sulle responsabilità dell’industria e i conflitti d’interesse inconciliabili con quelli di salute, segnala le interferenze del settore della produzione che hanno rallentato e rallentano le politiche di salute pubblica sull’alcol ostacolando il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e sollecita i Governi a evitare di coinvolgere l’industria nella produzione di policy di prevenzione sull’alcol evitando partnership per iniziative di prevenzione che sono di esclusiva pertinenza del settore di salute pubblica e devono essere svolte da operatori sanitari. Ciò specialmente se queste iniziative sono rivolte a minori, nei contesti educativi e di aggregazione, che vanno tutelati e sottratti a modelli di cui è nota l’inefficacia come quelli del bere responsabile, inadeguati per la fase di sviluppo evolutivo dei giovanissimi.

Uno dei principi guida della strategia globale afferma che le politiche e gli interventi pubblici tesi a prevenire e ridurre i danni causati dall’alcol dovrebbero essere guidati e formulati dagli interessi della salute pubblica e sulla base di chiari obiettivi di salute pubblica e delle migliori evidenze disponibili.

La sfida per l’Italia è quella di aggiornare il Piano Nazionale di Prevenzione attualmente mancante di una serie di azioni e di interventi basati su evidenze aggiornate e individuate come efficaci, progettare, come già accaduto nel recente passato, un nuovo Piano Alcol e Salute e auspicabilmente valorizzare la consulenza tecnico-scientifica derivante dal mondo della ricerca di settore di cui l’ONA dell’ISS mantiene, in coordinamento con il Ministero della Salute, anche a livello europeo e internazionale un ruolo di riconosciuta leadership di cui giovarsi per contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che richiedono la riduzione del 10% dei consumi dannosi di alcol in Italia e la riduzione dell’impatto dell’alcol sulla mortalità e sulla morbilità nella popolazione.

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