IL LIBRO BIANCO SULLE DROGHE

Su Fuoriluogo è disponibile una sintesi di alcuni dei principali contenuti del Libro Bianco sulle Droghe, pubblicazione annuale curata da Forum Droghe in collaborazione con altre realtà. Un primo tema affrontato è il dibattito pubblico su carcere e droghe, in particolare rispetto alla condizione delle persone recluse ai sensi della normativa antidroga, anche per condotte di lieve entità.

Fra i dati citati: oltre un quarto dei detenuti entra in carcere per detenzione; il 34% dei detenuti è in carcere per la legge sulle droghe, cioè quasi il doppio della media EU (18%); oltre il 40% di chi entra in carcere usa droghe. Si tratta di un catastrofico record negli ultimi 17 anni. Sui 56.196 detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2022 ben 12.147 lo erano a causa del solo art. 73 del Testo unico. Altri 6.126 in associazione con l’art. 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), solo 1.010 esclusivamente per l’art. 74. Si tratta del 34,3% del totale. Sostanzialmente il doppio delle media europea (18%) e molto di più di quella mondiale (22%). Diventano catastrofici i dati sugli ingressi e le presenze di detenuti definiti “tossicodipendenti”: lo sono il 40,7% di coloro che entrano in carcere, mentre al 31/12/2022 erano presenti nelle carceri italiane 16.845 detenuti “certificati”, il 30% del totale (+10% sul 2021). Questa presenza record (dal 2006 ad oggi) è alimentata dal continuo ingresso in carcere di persone “tossicodipendenti”, che dopo i due anni di pandemia ha ripreso ad aumentare (+18,4% rispetto al 2021).

“Il numero di persone segnalate rimane piuttosto stabile, aggirandosi da tre anni sopra le 30mila. Il 38% delle segnalazioni finisce con una sanzione amministrativa, le più comuni la sospensione della patente (o il divieto di conseguirla) e del passaporto. Questo anche in assenza di un qualsiasi comportamento pericoloso messo in atto dalla persona sanzionata. I minori segnalati aumentano del 33%: questi entrano così in un percorso sanzionatorio stigmatizzante e alla fine dei conti desocializzante. Si badi bene: non significa che i minori consumano di più, significa più semplicemente che l’azione repressiva delle forze dell’ordine si è abbattuta sui minori. Praticamente tutti, il 97,4%, sono segnalati per uso di cannabis. Risulta irrilevante la vocazione “terapeutica” della segnalazione al Prefetto: solo 215 sono state sollecitate a presentare un programma di trattamento socio-sanitario; nel 2007 erano 3.008. Anche gli inviti a presentarsi al SERD sono in diminuzione (4.265). La repressione colpisce principalmente persone che usano cannabis (75,4%), seguono a distanza cocaina (18,1%) e eroina (4,2%) e, in maniera irrilevante, le altre sostanze. Dal 1990 oltre un milione di persone sono state segnalate per possesso di derivati della cannabis.”

 

 

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