CONSUMO DI ALCOL E PANDEMIA – INDICAZIONI ISS

L’ISS (Istituto Superiore Sanità) ha fornito alcune precisazioni rispetto al consumo di alcol durante la pandemia Covid-19 per fare chiarezza sulla disinformazione che si sta diffondendo attraverso i social media (e altri canali di comunicazione).

Al fine di limitare la pandemia da nuovo Coronavirus e la gravità degli effetti della malattia, è fondamentale affiancare le strategie igieniche di prevenzione a un corretto stile di vita.
Il punto più importante da ricordare è che il consumo di alcol non protegge in alcun modo dal COVID-19, non distrugge il virus e non impedisce di esserne infettato. Al contrario, invece, chi fa un consumo dannoso di alcol è ad aumentato rischio di infezione.
Il consumo dannoso di alcol, infatti, colpisce tutti i componenti del sistema immunitario; l’alcol causa una riduzione del numero e delle funzioni dei linfociti B e una maggiore produzione di immunoglobuline; altera l’equilibrio tra i diversi linfociti T; compromette il numero di linfociti T e il loro funzionamento; promuove l’apoptosi delle cellule.

Inoltre l’alcol è un potenziale fattore di rischio per la polmonite anche attraverso altri meccanismi: riduce il tono orofaringeo, aumentando il rischio di aspirazione microbica, e modifica la funzione dei macrofagi alveolari; l’alcol è spesso causa di malnutrizione, una condizione che aumenta il rischio di infezioni.
Da segnalare infine che l’aumentato rischio di infezioni oltre agli effetti dell’alcol sul sistema immunitario, può anche essere associato alla presenza di una malattia epatica alcol-correlata.

In particolare, il consumo dannoso di alcol:

  • Ha effetti, sia a breve che a lungo termine, su quasi tutti gli organi del corpo.
  • Nel complesso, l’evidenza suggerisce che non esiste un limite di “consumo sicuro” nel senso che i rischi di danni alla salute aumentano con l’aumentare delle bevande alcoliche consumate, dove il rischio di danni alla salute è zero solo in assenza di consumo.
  • Indebolisce il sistema immunitario e quindi riduce la capacità dell’organismo di fronteggiare le malattie infettive.
  • Altera il pensiero, il giudizio, i processi decisionali e il comportamento.
  • Aumenta il rischio di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), una delle complicanze più gravi del COVID-19.
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