CORONAVIRUS – GLI SCENARI FUTURI DEL GOVERNO

I nuovi casi giornalieri sono in aumento e l’età media dei positivi si abbassa: il ministro della Salute rivolge un appello ai ragazzi: “Più attenzione”.
Il virologo Crisanti: “Non scarichiamo su di loro la responsabilità, arrivano messaggi sbagliati“. Crescono i segnali di una possibile seconda ondata: in Germania altri mille casi in 24 ore. Il governo si prepara: dossier stilato da ministero e Iss analizza le possibili evoluzioni della pandemia e le conseguenze sugli ospedali. Suggeriti alcuni interventi per non farsi trovare impreparati: dal monitoraggio di scuole e Rsa ai rifornimenti di mascherine.

I nuovi casi di coronavirus giornalieri continuano a salire, l’indice che misura la contagiosità è tornato sopra la soglia di 1 e l’età media dei malati si abbassa: sono tutti segnali di allerta in vista di una possibile seconda ondata. Moniti che il governo recepirà nel nuovo Dpcm in arrivo nel fine settimana e in vigore fino al 31 agosto, in cui saranno ribadite le tre regole auree: uso delle mascherine nei luoghi chiusi, distanziamento sociale e igiene.

L’età media dei positivi al Covid è scesa a 40 anni dai 60-65 di due mesi fa: un dato che preoccupa soprattutto in vista dell’autunno, quando la pandemia potrebbe riprendere forza e contestualmente ci sarà la ripresa delle scuole e dell’università. Per questo il governo ha già in mano un documento redatto dagli esperti dell’Istituto superiore di sanità e del ministero, in cui sono analizzati tre possibili scenari: dal migliore, in cui i contagi rimangono sotto controllo, all’ipotesi peggiore in cui la seconda ondata assume le stesse proporzioni di quanto già vissuto a marzo.

Il testo prevede già alcune contromisure: osservate speciali dovranno essere sopratutto le Residenze per anziani (Rsa) e  le scuole.

Il documento stilato dal dicastero della Salute e dall’Iss parte da due punti certi: la pandemia ci accompagnerà almeno per tutto l’inverno e la scuola sarà uno dei fattori che probabilmente farà crescere il numero di contagi. Il dossier, scrive il Corriere della Sera, ipotizza che il ritorno in aula possa incidere sull’Rt di un +0,4. Non solo, perché tornare nelle aule anche gli studenti universitari: gli atenei ripartiranno a settembre con “un’organizzazione flessibile” che prevede la metà dei ragazzi nelle classi e un’altra metà ancora da remoto.

Il primo scenario ipotizzato da ministero e Iss prevede una “Sostenuta ma sporadica trasmissione locale“, quindi con la capacità del sistema sanitario di reggere alle richieste. Nella seconda ipotesi invece la trasmissione diventa “diffusa e sostenuta”: aumenta la pressione sugli ospedali ed è prevista l’attivazione di misure straordinarie già preparate. Il terzo scenario invece è quello in cui la situazione per il sistema sanitario diventa ancora più complessa: è quindi già prevista l’attivazione di “misure straordinarie che coinvolgono anche enti e strutture non sanitarie”.

Il documento prevede anche delle contromisure, dei suggerimenti al governo su come intervenire rapidamente per evitare di farsi trovare impreparati. Innanzitutto il coordinamento fra enti locali e un efficacie monitoraggio del Covid: servono dati certi e comunicati rapidamente, in modo da sapere quali sono le zone a più a rischio. Le Regioni devono fornire informazioni ufficiali e affidabili sul numero di nuovi casi, sui tamponi e sui malati. Solo in questo modo il ministero della Salute e il governo potranno sempre avere la percezione corretta di quale sia l’andamento del contagio. Le informazioni saranno fondamentali anche per monitorare scuole e Residenze per anziani: il dossier prevede infatti che sia predisposto un piano di aggiornamento costante della situazione, per evitare che le Rsa tornino a essere dei focolai o che le classi lo diventino.

Infine c’è tutto il capitolo che riguarda il sistema sanitario: la necessità di avere sufficienti posti letto a disposizione, sia in terapia intensiva che ordinari. Poi le attenzioni da rivolgere al personale, affinché sia formato e preparato a una nuova emergenza, abbia a disposizione i farmaci necessari e i dispositivi di protezione. Proprio la carenza di mascherine è stata una delle gravi lacune della prima emergenza: i canali di approvvigionamento dovranno sempre essere tenuti sotto controllo, in modo che i rifornimenti di dpi e di macchinari siano sempre garantiti.

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