Nel contestualizzare le problematiche di dipendenza e di salute legate al gioco d’azzardo, è fondamentale non rimuovere la dimensione economica e sociale della questione, anche per la crescente influenza esercitata, sia nella parte legale che in quella illegale dell’industria dell’azzardo, dalla criminalità organizzata. Continua a leggere
LE DIMENSIONI ECONOMICHE E SOCIALI DEL GIOCO D’AZZARDO E IL RUOLO DELLE MAFIE
GENERAZIONE Z E DIPENDENZE COMPORTAMENTALI: UNO STUDIO DELL’ISTUTUTO SUPERIORE DI SANITA’
Un’indagine sul tema delle dipendenze comportamentali, che ha coinvolto circa 8.700 studenti di età compresa tra gli 11 e 17 anni a livello nazionale, ha evidenziato come molti adolescenti presentino profili di rischio alti per la dipendenza da videogiochi, da social media e ritiro sociale. In particolar modo risultano a rischio quei giovani che non hanno la possibilità di parlare in famiglia di aspetti che li preoccupano. Continua a leggere
ALLENARE LA MEMORIA COME STRUMENTO PER AFFRONTARE LE DIPENDENZE
Relativamente al tema dei comportamenti a rischio Stefano Canali si domanda perché rinunciamo con facilità a certi comportamenti che ci siamo proposti, e che avrebbero benefici e vantaggi per la salute in un futuro prossimo, a favore di altri che comportano un beneficio nell’immediato ma che non sono privi di rischi e conseguenze negative? La risposta in un articolo sul sito di Psicoattivo.
ANSIA E DEPRESSIONE GENERATE DALLA PANDEMIA DI COVID-19: UN AUMENTO DEL 25%
La pandemia di COVID-19 ha contribuito a un aumento del 25% della prevalenza di ansia e depressione, ma non solo, anche le ideazioni suicidarie sono aumentate in Italia e nel mondo. E’ questo in sintesi quello che afferma il report “Mental Health and COVID-19: Early evidence of the pandemic’s impact” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato a marzo 2022 e riportato sinteticamente sul sito Psicoattivo. Continua a leggere
SONDAGGIO NEGLI USA MOSTRA AMPIO CONSENSO AL DIVIETO DI TUTTI I PRODOTTI DEL TABACCO
Anche se mancano dati di confronto con analoghe rilevazioni, ha destato scalpore un sondaggio pubblicato sulla rivista peer-reviewed Preventing Chronic Disease, condotto su 6.455 persone a livello nazionale negli USA, a proposito del divieto di tutti i prodotti del tabacco. Il 57% del campione ha infatti espresso sostegno nel caso venisse proposto un divieto totale su tutti i prodotti del tabacco, dimostrando quanto l’opinione pubblica sia sensibile sul tema. Continua a leggere
LEGGE DEL BUON SAMARITANO E DIRITTO AL SOCCORSO
A partire da un triste fatto di cronaca, Anna Paola Lacatena, sociologa ed esperta di sostanze, riflette sull’assenza di una legge, nell’ordinamento italiano, che permetta a chiunque di prestare o chiamare i soccorsi, senza temere conseguenze penali, in caso di condizioni di grave pericolo, ad esempio in occasione di un’overdose. Si tratta della cosiddetta Legge del Buon Samaritano, così come è conosciuta in diversi stati, che consiste nel fatto che rivolgersi ai numeri dedicati per il pronto intervento, o intervenire in situazioni di pericolo imminente, non comporta coinvolgimento in prima persona nelle indagini, come può accadere in Italia. Continua a leggere
UN MESE SENZA ALCOL: RIFLESSIONI E CONSIDERAZIONI SULL’ESPERIENZA DEL DRY JANUARY INGLESE
Il DRY JANUARY è una iniziativa che promuove, per tutti gli aderenti, l’astinenza per tutto il mese di gennaio dal consumo di bevande alcoliche di ogni tipo. Iniziativa che esiste da 10 anni nei paesi anglosassoni e che nel tempo è diventata sempre più popolare, raggiungendo la cifra di 130.000 persone che nel 2022 hanno aderito alla campagna portata avanti dall’associazione Alcohol Change UK. Continua a leggere
I LIMITI PONDERALI PER LA DETENZIONE DI LIEVE ENTITA’ DI SOSTANZE ILLEGALI
Un articolo dello studio legale Cataldi, ripreso da Aduc, ricostruisce i passaggi di una recente e rilevante sentenza della Cassazione, i cui giudici sono intervenuti sul ricorso di un soggetto condannato per detenzione di hashish (100 grammi, di cui 33,79 grammi di principio attivo), a cui non veniva riconosciuta la “lieve entità”. Il ricorso si basava sul fatto che la condanna era stata formulata sulla sola base dell’elemento quantitativo, del peso, della sostanza, e non erano state ricostruite le circostanze e modalità che potevano far rientrare la condotta nello “spaccio di lieve entità”. Continua a leggere
SOCIAL MEDIA E ANSIA SOCIALE
Il DSM-5 definisce il disturbo d’ansia sociale come una “paura o ansia persistenti relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile giudizio degli altri, come essere osservati o eseguire prestazioni di fronte ad altri.”
Quest’ansia interferisce con il normale funzionamento e persiste in genere per sei mesi o più.
L’ansia sociale è tra i disturbi d’ansia più comuni ma un certo grado di ansia sociale è adattivo, ovvero svolge una funzione di sopravvivenza molto importante.
C’è tuttavia una soglia oltre la quale l’ansia sociale supera la sua funzione evolutiva ed adattiva e diventa disfunzionale.
I social network favoriscono questa connessione agevolando la soddisfazione dei propri bisogni sociali ma, come spiega Hofmann, il problema sorge “quando le persone non vivono la loro vita reale perché passano così tanto tempo sui social media”. Continua a leggere
GENITORI OSTILI E BULLISMO
Il bullismo e la vittimizzazione degli adolescenti potrebbero avere origini in casa. Molti bulli hanno genitori ostili, punitivi e rifiutanti.
I ricercatori della Charles E. Schmidt College of Science della Florida Atlantic University, della Concordia University di Montreal e dell’Uppsala University in Svezia hanno identificato un approccio genitoriale che contribuisce alle difficoltà tra pari: genitori che mantengono un atteggiamento di derisione e di disprezzo nei confronti dei loro figli.
I genitori derisori usano espressioni mortificanti o sminuenti che umiliano e frustrano il bambino anche in assenza di una provocazione da parte dello stesso. Questi genitori rispondono all’impegno del bambino con critiche, sarcasmo, ostilità e utilizzano la coercizione emotiva e fisica per ottenere ubbidienza.
I ricercatori hanno seguito 1.409 bambini per tre anni consecutivi (età 13-15 anni) e i risultati, che appaiono nel Journal of Youth and Adolescence, mostrano che la genitorialità derisoria favorisce la rabbia disregolata nei bambini e negli adolescenti. Continua a leggere